Coronavirus – ATR “Il 60% della flotta mondiale non è in servizio attivo”
Da Tolosa caute rassicurazioni e conferme sullo sviluppo di nuove versioni del turboelica.
Nel precedente articolo sulle prospettive delle produzioni di ATR avevamo anticipato che il blocco degli ordini e delle consegne di velivoli ai clienti avrebbe creato non pochi problemi per lo stabilimento Leonardo di Pomigliano D’Arco.
E’ utile ricordare che la filiera campana dell’industria aeronautica, dopo la chiusura del programma A380 e la crisi del mercato dei velivoli regionali, è in sofferenza ancor prima della pandemia.
Fatta eccezione per i propulsori, l’intero comparto regionale ruota intorno alle attività di aerostrutture e da oltre trent’anni sulle produzioni dell’intera fusoliera del turboelica italo francese.
Da Tolosa arrivano dichiarazioni caute e in qualche modo rassicuranti che riteniamo giusto rilanciare. I francesi come già avevano fatto Alessandro Profumo e Giancarlo Schisano, confermano il progetto di una variante a decollo e atterraggio corto (STOL) dell’ATR 42-600 e lo sviluppo della versione cargo dell’ATR 72-600 le cui consegne inizieranno entro la fine dell’anno.
Aeropolis aveva anticipato che per il 2020, la Divisione Aerostrutture di Leonardo, delle previste 62 fusoliere ne consegnerà ai francesi solo 26, e saranno tutte di Atr-72 per la Fed Express. A Pomigliano, tuttavia, saranno completate anche le 16 fusoliere -72 che sono in produzione.
Da ATR si sostiene che nonostante la crisi del coronavirus i clienti non hanno annullato ordini “fino ad oggi“, quindi in portafoglio ci sarebbero 228 aerei dell’intera famiglia ATR e 103 opzioni. Tuttavia ATR mette le mani avanti e avverte che “è troppo presto per capire il pieno impatto che la crisi avrà sul backlog“. Questo significa che oggi è difficile immaginare quello che succederà nei prossimi anni ed è impossibile confermare il piano delle produzioni italiane delle 32 fusoliere previste nel 2021, 45 nel 2022 e di 45 nel 2023.
Nel 2019 il costruttore conferma di aver ricevuto 79 ordini e di avere consegnato 68 aerei. Nel 2018 erano stati 52 gli ordini ATR e 76 le consegne. Il fatturato del 2019 tuttavia è sceso a $ 1,6 miliardi dai $ 1,8 miliardi del 2018.
A marzo, a causa della pandemia, lo stabilimento ATR di Tolosa ha sospeso l’attività per solo quattro giorni, il tempo necessario per sanificare gli impianti e gli ambienti della struttura produttiva. “Abbiamo implementato un protocollo sanitario molto rigoroso che ci ha permesso di continuare le attività critiche” e la produzione di aeromobili è subito ripresa, anche se a una velocità ridotta.
In servizio attivo, chiarisce l’azienda, ci sono 506 macchine ATR e di queste 119 sono 72-600 e 24 42-600. I velivoli a terra sono 781, il 60% della flotta totale. Degli aerei fermi 426 sono 72-600 e 32 42-600. Praticamente, non vola il 76% degli aerei della nuova serie -600.
Molti operatori, afferma l’azienda, dall’esplosione del Coronavirus, con l’ausilio di appositi pallet, stanno utilizzato gli ATR passeggeri per il trasporto di merce a conferma della notevole disposizione della macchina a “conversioni rapide e temporanee in configurazione di cargo leggeri“.
Questa caratteristica come le nuove versioni annunciate lasciano aperta la possibilità di nuovi sbocchi di mercato a un velivolo, di cui, francamente, altrimenti difficilmente riusciamo a immaginare un futuro a medio e lungo termine.