Coronavirus – Licenziamenti dai grandi gruppi dell’industria aeronautica
“L’industria aeronautica tornerà, ma ci vorranno diversi anni per tornare a quello che era solo tre mesi fa”.
Il 10 per cento dei dipendenti di Boeing è in esubero. Airbus subito fuori 3.000 lavoratori, ma è solo l’inizio. General Electric ha già licenziato 10.000 persone dei suoi siti aeronautici. Rolls Royce, produttore inglese di motori aeronautici, ha reso noto di avere pianificato il taglio di 8.000 posti di lavoro.
La crisi occupazionale nel comparto aeronautico assume dimensioni sempre più inquietanti. La più rilevante quella di Boeing che impiega nel mondo 160.000 dipendenti e ha deciso di licenziarne più di 12.000 negli Stati Uniti e altri 4.000 lavoratori fuori dagli US.
La mossa del costruttore di Seattle era attesa dopo le dichiarazioni di aprile del presidente & CEO, David Calhoun, sulle conseguenze che il Coronavirus e la crisi commerciale di programmi importanti avrebbero avuto sui livelli occupazionali negli stabilimenti del gruppo in Usa e in altri paesi.
Negli Usa all’appello dell’azienda ai lavoratori di accettare pacchetti con incentivi per il fine rapporto volontario hanno risposto 5.520 dipendenti, restano 6.770 lavoratori in esubero che si prevede, saranno licenziati nei prossimi giorni.
La società sta anche riducendo la sua forza lavoro al di fuori degli Stati Uniti, altri tagli sono attesi dopo i 630 annunciati in Australia, Nuova Zelanda e Canada.
Con meno passeggeri che viaggiano, le aerolinee hanno bisogno di meno aerei e Boeing non ha registrato nuovi ordini ad aprile. L’azienda ha tagliato la produzione di tutti i velivoli, anche se ha annunciato che riprenderà la produzione del 737Max, il velivolo messo a terra dopo i noti disastri e che in questi mesi ha visto ordini cancellati per 108 macchine.
La situazione non è più rosea per Airbus che ha tagliato la produzione di un terzo, il vertice del gruppo aerospaziale europeo ha annunciato ai dipendenti di prepararsi a tagli dei costi più incisivi e a una potenziale riduzione dell’occupazione più pesante rispetto ai 630 in Spagna e 2.362 in tutta Europa già annunciati le scorse settimane.