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Aerospazio. Trasporto aereo, come ripartire dopo la fase 2
IATA, “dopo il riavvio delle rotte nazionali, seguirà una ripresa molto più lenta del traffico internazionale”.
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“La ripresa del traffico aereo dipenderà non solo dalla velocità della riapertura dei confini, ma anche dalla capacità delle flotte delle aerolinee e della loro pianificazione, dalla domanda di passeggeri e dalle ricadute economiche della pandemia“.
“Aprile è stato un disastro per l’aviazione con il trasporto aereo quasi interamente fermo” ha dichiarato il direttore generale e CEO di IATA, Alexandre de Juniac. “Ma a fine Aprile i voli sono cominciati ad aumentare e gli stati hanno cominciato a rallentare le restrizioni alla mobilità”.
Il traffico mondiale di passeggeri sarà inferiore del 24% nel 2021 a livello del 2019 e inferiore del 32% rispetto alle previsioni per il 2021 stabilite dalla Iata nell’ottobre 2019.
I ricavi passeggero-chilometro a livello internazionale sono scesi nel mese del 94% rispetto allo scorso anno. Solo i voli di rimpatrio hanno alimentato il traffico. Dal 21 Aprile al 27 Maggio i dati di IATA mostrano un incremento del 30% rispetto al mese precedente, imputabile principalmente alla ripresa dei voli interni in Cina, Sud Corea, Nuova Zelanda e Vietnam che a fine maggio erano più bassi dello scorso anno solo del 22-28%.
Anche il trasporto merci ha subito un calo in Aprile del 28% rispetto allo scorso anno.
La ripresa, secondo IATA, sarà più lenta rispetto alle crisi precedenti. La sfida per le aerolinee consisterà nel gestire la fase di ripartenza per fronteggiare i debiti accumulati, le tariffe basse e le modifiche per assicurare la distanza sociale dei passeggeri e la sicurezza dei voli. Tenendo presente che ci potrebbe anche essere una recrudescenza della pandemia di coronavirus è ancora presto per delineare un quadro preciso di ripresa: comunque solo nel 2024 si raggiungeranno i livelli di traffico del 2019.
La Aviation Recovery Task Force dell’ICAO ha pubblicato una serie di raccomandazioni per raggiungere un giusto compromesso tra le necessità economiche delle aerolinee e la sicurezza dei passeggeri tenendo conto della situazione negli aeroporti ed a bordo.
Anche Standard & Poor prevede una lenta ripresa della domanda di trasporto aereo dopo il crollo del 55% previsto per questo anno rispetto al 2019. Solo nel 2023 si raggiungeranno di nuovo i livelli pre-covid.
“Sarà un recupero ben più lungo di quello registrato dopo l’attacco alle torri gemelle nel 2001, la SARS nel 2003 e la crisi finanziaria del 2008-09. Ora che il picco del virus sembra essere superato in molti paesi, alcuni governi stanno valutando di riaprire gradualmente i propri confini. Il riavvio del traffico aereo dipenderà non solo dalla velocità della riapertura dei confini, ma anche dalla capacità delle flotte delle aerolinee e della loro pianificazione, dalla domanda di passeggeri e dalle ricadute economiche della pandemia”.
Dal suo canto Frost & Sullivan nel suo Post-pandemic Growth Opportunity Analysis of the Global Commercial Aircraft Market, stima nel 2020 un drammatico calo dei ricavi a 149.24 miliardi di dollari, che risaliranno tra 271.67 e 411.63 miliardi di dollari nel 2025 (in funzione dell’evoluzione dello scenario).
“Il COVID-19 ha colpito il mondo intero the globe, impattando tutte le industrie in tutti i paesi. Poche altri settori hanno risentito della crisi come l’aerospazio civile” ha dichiarato Timothy Kuder, Aerospace & Defense Industry Analyst di Frost & Sullivan. “Il 2020 sarà un anno di assestamento non solo per Boeing (con le vicende relative al 737 MAX), ma per tutto il comparto aeronautico mondiale. Airbus e Boeing hanno un significativo portafoglio ordini che coprirà la produzione nei prossimi anni. Ma molti fornitori non competitivi potrebbero chiudere i battenti”.
Nel futuro le aziende dovranno investire per incrementare la digitalizzazione in ogni aspetto della produzione aeronautica (additive manufacturing, robotica, intelligenza artificiale) e fornire soluzioni “chiavi in mano” al clienti.