Leonardo. “Saranno prepensionati 460 persone degli stabilimenti di Nola e Pomigliano D’Arco”.
Aerospazio Campania – La Cina è vicina. Il Comparto Aeronautico e il futuro delle aerostrutture di Leonardo.
Leonardo. FIOM-CGIL: “Saranno prepensionati 460 persone degli stabilimenti di Nola e Pomigliano D’Arco”.
Leonardo si lascia alle spalle il piano di pareggio della Divisione Aerostrutture e si attrezza per reggere l’urto nei prossimi due anni di crisi dei suoi impianti produttivi di Pomigliano D’Arco, Nola, Grottaglie e Foggia.
Le aerostrutture hanno subito le conseguenze della crisi con pesanti tagli alla produzione di ATR e il Boeing 787 e, in misura minore, per quelle di Airbus.
I dati del 2020 registrano perdite EBITA della Divisione di Leonardo per 86 milioni di euro.
Il 2021 sarà molto peggio perchè lo scorso anno, prima della pandemia c’è stato un intero quarto della produzione a tasso pieno, più un accordo una tantum relativo alla cancellazione del programma Airbus A380.
Del futuro della Divisione Aerostrutture e dello stabilimento di Grottaglie di Leonardo si è discusso ieri sera durante un incontro promosso dal sindacato con il management del gruppo.
L’ing. Maurizio Rosini, Operations Manager della Divisione Aerostrutture, ha confermato che dal 2023 l’azienda pensa possibile una risalita del tasso di produzione del 787 di Boeing, per ritornare nel 2025 a produrre 10 serie mese del Dreamliner.
A Grottaglie ha sostenuto Rosini, per diversificare saranno prodotti sottogruppi e le ali per i prototipi dell’Euro MALE che assorbirà circa 200 persone in modo stabile, anche se, come ha recentemente affermato il direttore generale Lucio Valerio Cioffi, il futuro veicolo aereo militare senza pilota non risolverà il sottoutilizzo a breve del sito pugliese perché “la produzione in serie non è prevista nel nostro stabilimento nei prossimi due anni “.
Inoltre, non è di poco rilievo che forse la scelta di produrre un velivolo europeo nello stabilimento di Grottaglie non sarà gradita da Boeing.
L’azienda conferma la collaborazione con Solvay per realizzare in Puglia il “Joint Research Lab” per lo sviluppo di nuovi materiali compositi anche in funzione della realizzazione di produzioni per programmi spaziali come il nuovo modulo lunare di Thales Alenia Space.
Per lo stabilimento di Foggia la produzione dovrebbe trovare slancio dall’accordo con Airbus sugli stabilizzatori verticali e orizzontali per A220.
Non poteva mancare nella discussione il tema dei mille esuberi annunciati in questi giorni da Leonardo, anche se, appena nelle scorse settimane la stessa azienda aveva confermato investimenti per 360 milioni di euro nei prossimi 4 anni per ammodernare gli stabilimenti meridionali della Divisione Aerostrutture.
Nel piano di ristrutturazione aziendale sono previsti 500 prepensionamenti, e Claudio Gonzato della Fiom Nazionale, ha sostenuto – ieri sera – che almeno 450 riguarderanno lavoratori di Nola e Pomigliano D’Arco.
Il piano prevede in futuro un ulteriore possibile ricorso a prepensionamenti, la riqualificazione e la mobilità di altre 500 persone presso altri siti del gruppo.
Il programma riguarderebbe – sostiene il sindacalista – dipendenti di Grottaglie e Foggia che dovranno acquisire competenze per le nuove attività previste nei prossimi anni nei siti pugliesi.
Per gli impianti campani, Leonardo ha recentemente confermato che proseguirà con il processo di automazione delle linee per il montaggio di fusoliere ATR da completare entro il 2023, per cui il sindacalista ripropone il progetto NTP, chiedendo al governo italiano di metterci i miliardi per svilupparlo e di convincere Airbus a partecipare al programma.
Magari sbaglieremo, ma pensiamo che in Campania il comparto aeronautico per evitare d’implodere deve solo sperare, come il film di Marco Bellocchio, che “La Cina sia vicina”, se è vero, come c’è d’augurarsi, che Leonardo stia accelerando le trattative per avere un ruolo come fornitore di aerostrutture per il programma widebody CR929 sviluppato da Russia e Cina nell’ambito della joint venture CRAIC.