ATR. I dati del 2020. Il dopo Covid e il turboelica di LEONARDO e AIRBUS
Press Conferenze dell’Ad Stefano Bortoli. Il Presidente campano Vincenzo De Luca nomina un consigliere personale per l’Aerospazio. I bischeri di Matteo Renzi.
Leonardo, nei giorni scorsi ha confermato investimenti per ammodernare la linea di produzione dell’ATR di Pomigliano D’Arco.
Messaggi rassicuranti e qualche dubbio sul futuro del velivolo sono emersi dalla Press conference organizzata dalla società di Tolosa nella giornata del 17 marzo 2021.
ATR nel 2020 ha ottenuto 1 ordine e consegnato 10 aerei, il settore mondiale dei turboprop regionali registra un calo degli ordini (-127%), e delle consegne (-8%).
L’amministratore delegato di ATR, il manager italiano Stefano Bortoli, durante l’incontro con la stampa ha mostrato fiducia e ottimismo nella ripresa anche se la crisi del mercato aeronautico sta duramente colpendo il settore del trasporto regionale e in particolare quello dei turboelica.
Il costruttore aeronautico, ha affermato Bortoli, è determinato a rafforzare la sua presenza globale nel prossimo decennio e continuerà a produrre un velivolo turboelica sostenibile e moderno.
Le intenzioni di ATR richiederanno nuovi e importanti investimenti che dovranno essere condivise da Leonardo e Airbus che controllano l’azienda di Tolosa. Questo forse è un punto dolente perche non è scontato che Airbus sia interessata a investire per rilanciare il programma del turboelica.
Airbus non ha mai condiviso il progetto di sviluppare una nuova macchina, nemmeno quando esistevano tutte le condizioni di mercato per avere successo.
C’è ancora un mercato per il turboelica, afferma Bortoli, nel 2020 sono stati 9 i nuovi operatori che hanno utilizzato aeromobili ATR e sono state aperte 84 nuove rotte.
Lo scorso dicembre – sostiene il manager – è stato consegnato a FedEx Express il primo ATR nella nuova versione cargo, appositamente sviluppata per questo mercato, che potrebbe rappresentare una via d’uscita al tunnel perché “il mercato cargo si prevede che raddoppi la sua capacità nei prossimi 20 anni”.
Bortoli si dice convinto che ci sarà un futuro importante mercato anche per l’ATR42-600 grazie alla variante STOL (Short Take Off and Landing) perché sarà possibile il suo utilizzo negli aeroporti con piste di atterraggio tra 800 e 1.000 metri.
L’ottimismo di Bortoli si sforza di portare almeno un pizzico di serenità, ridotta al minimo, tra gli stakeholder, anche perché è comunque vero che nei prossimi anni, come lui afferma, potrebbe essere necessario sostituire circa 900 turboelica regionali obsoleti con un velivolo più sostenibile.
Il manager di ATR sa benissimo che dopo questa lunga e pesante crisi il mercato aeronautico non sarà più come prima e cambierà radicalmente la domanda di aerei perché diversi saranno i paradigmi della mobilità aerea.
E il turboelica francese e italiano è fortemente in ritardo sulle nuove motorizzazioni come quelle ibride o elettriche.
Dal futuro di ATR dipende almeno finora quello degli stabilimenti napoletani di Leonardo e della filiera aeronautica regionale che è fortemente coinvolta nelle produzioni della cellula del velivolo.
Di questa criticità ci pare esserne consapevole, grazie addio, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che, infatti, in questi giorni ha contrattualizzato come suo consigliere per il settore il prof. Luigi Carrino.
Si tratterà di finalizzare i fondi del Next Generation EU, e il nuovo collaboratore di De Luca è il presidente del DAC, il distretto aerospaziale regionale, il soggetto cui hanno aderito come soci della Scarl quasi tutti gli imprenditori ed enti campani del settore.
Il DAC è quindi un contenitore rappresentativo, di provata competenza e capacità che da oltre un decennio gestisce al meglio i fondi nazionali e comunitari che sono arrivati in Campania per lo sviluppo e la ricerca dell’industria aerospaziale regionale.
Concludiamo divagando e proponiamo una riflessione dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Non era una conferenza in qualche paese arabo ma solo una lezione di politica ai giovani del PD durante la stagione della rottamazione della classe dirigente del suo partito.
“Bisogna criticare, ma se si è nel sistema bisogna anche saper condividere le decisioni, l’importante è evitare – accuratamente – di passare da bischero”.
Questa di bischero è un’espressione tipicamente toscana che Renzi cerca di spiegare ai suoi allievi: i Bischeri erano una nobile famiglia fiorentina della metà del XIII secolo, ricchi possidenti e mercanti che si ritrovò rovinata perché “si tirarono la zappa sui piedi quando per ricavare il massimo dei vantaggi economici dalla costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore scelsero di far rappresentare loro stessi e i loro interessi da personaggi inadeguati e incapaci”. “E fu così che una bella notte d’estate – continua Renzi – le case de’ Bischeri della zona tra Piazza Duomo e via dell’Oriolo – nota oggi come “Canto dei Bischeri” – presero fuoco, e di quelle proprietà non rimase che cenere”. “ Affari loro se erano stati bischeri, – conclude l’ex premier – se l’erano cercata e non hanno avuto diritto neanche alla compassione che in genere un popolo dotato di umanità riserva agli sconfitti o agli stupidi”.
L’aspetto curioso è che la famiglia Bischeri fu poi esiliata a Napoli per volere di Cosimo il Vecchio, recuperarono una florida condizione economica investendo nell’economia della città sempre nei settori più innovativi.
Oggi sarebbe un’illazione pensare che siano tra gli imprenditori campani del comparto aeronautico.
Ciò detto, siamo sicuri che saranno importanti e risolutive le iniziative che nelle prossime settimane saranno assunte dai decisori politici della Regione Campania per la ripresa dell’industria. Presto quando arriveranno i fondi europei ritornerà la fiducia e le prospettive di ripresa per le aziende aeronautiche della regione.